Fiori producono nettare più zuccherino quando…

Uno studio ha dimostrato che, in presenza di determinate vibrazioni sonore, alcuni fiori (come i fiori di Onagraceae usati per il test) si attivano per attirare gli impollinatori producendo una maggiore quantità di zucchero.

Lo studio è partito dalla tesi di fondo della ricercatrice Lilach Hadany della Tel Aviv University, individuando nei rumori uno strumento essenziale per tutti gli esseri viventi. Considerando questo, la ricercatrice si è domandata se valesse lo stesso per le piante.

Con anche un po’ di stupore, analizzando le Onagraceae, si è scoperto che gli esemplari studiati incrementavano in pochi minuti la concentrazione di zucchero, quando venivano percepite le vibrazioni prodotte dalle ali dell’impollinatore.

Sono stati fatti diversi test in laboratorio, utilizzando diverse frequenze, ma nessuna ha fatto attivare le piante. Solo la registrazione del suono delle api (da 0,2 a 0,5 kilohertz), e di suoni di frequenza simili, è stata in grado di aumentare la concentrazione di zucchero di circa il 20%.

Come si manifesta il fenomeno?

Il ronzio delle api è traducibile in onde vibrazionali che vengono percepite dai petali delle piante. La logica nello specifico, secondo la quale un particolare recettore traduce il segnale nella reazione di produzione di un nettare più zuccherino, non è chiara.

Le piante producono suoni?

Questa è un’altra interessante ricerca, che a differenza della prima ha raccolto ben più scetticismo. Da parecchio tempo è noto che le piante producono alcuni rumori in presenza di determinati fenomeni, come la rottura di una bolla d’aria o simili. Questa idea ha incuriosito molti e ha portato i ricercatori di Tel Aviv (città israeliana situata sulla costa del Mediterraneo) ha posizionare in prossimità dei fiori dei microfoni molto sensibili.

Pulendo il suono ed escludendo i rumori di fondo si è scoperta un’emissione periodica di ultrasuoni, impercettibili per l’orecchio umano. A distanze ridotte, 10 centimetri, tali emissioni avevano un’intensità di 60 decibel, all’incirca equivalente al volume della voce durante una conversazione.

Incuriosisce, inoltre, che questa emissione si manifestava più frequente nelle piante danneggiate o secche. Questa idea potrebbe spiegare un sistema di comunicazione tra le piante e gli insetti che percepiscono tali frequenze. Si vuole specificare che tali emissioni sono impercettibili a grandi distanze, quindi non si può essere certi della loro effettiva funzione.

Rimane il fatto che questa ricerca apre la mente di molti scienziati e gli orizzonti delle nuove ricerche scientifiche!


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