Come il “fiume fantasma” modifica le abitudini degli animali

Fiume fantasma? Abitudini degli animali? Sono piuttosto sicuro che il titolo abbia creato in molti di voi più punti di domanda che altro; provvedo ad introdurvi subito cosa tratta questo articolo. Esistono molti studi che dimostrano come il rumore generato dall’essere umano influisce negativamente l’ecosistema degli animali; per qualsiasi tipologia di comportamento essa sia. Stabilito questo, e se ci chiedessimo quanto invece i suoni prodotti dagli animali influiscano sulle altre specie?

Ecco, probabilmente adesso ti è maggiormente chiara l’intenzione dell’articolo, ma rimane ancora da spiegare il “fiume fantasma”; ci arriveremo subito, ma procediamo con ordine.

Come già anticipato, si è sempre considerato il nostro impatto sull’ecosistema naturale, non analizzando quanto l’ecosistema stesso influenza le abitudini degli animali attraverso i rumori.

Cos’è il “fiume fantasma”?

L’esperimento del “fiume fantasma” si chiede proprio questo. Lo studio è guidato dall’ecologista Dylan Gomes della Boise State University e insieme ai suoi colleghi ha progettato un intero impianto acustico per sviluppare un sistema capace di produrre un suono quanto più manovrabile possibile e vicino a quello di un fiume impetuoso.

due ecologisti mentre portano pannelli solari nel campo di analisi
Credit: CORY TOTH

Ecco perché si parla di “fiume fantasma”, i ricercatori hanno deciso di sviluppare questo impianto per trasmettere alle diverse frequenze il suono del fiume nei dintorni abitati da diverse specie animali.

Mentre i fiumi fantasma iniziavano a fare il loro lavoro, i ricercatori hanno esaminato due gruppi animali prevalenti – uccelli e pipistrelli. I pipistrelli localizzano e ascoltano le loro prede, e gli uccelli comunicano attraverso il canto, spiega Gomes. “Sono così specialisti del suono che ha senso concentrarsi su di loro.”

Come sono variate le abitudini degli animali?

Abitudini degli uccelli

Per ogni aumento di 12 decibel del volume del fiume fantasma si è ottenuto un calo del 7% circa dell’abbondanza di uccelli nel raggio d’azione; e lo stesso vale per l’attività dei pipistrelli che è scesa dell’8% nello stesso raggio d’azione. Questo dato è stato riportato il 24 Maggio in Nature Communications, rivista scientifica peer-reviewed.

Quello che è ancora più affascinante è che i ricercatori hanno posto circa 720 bruchi finti nei dintorni del fiume fantasma sui salici spesso visitati dagli uccelli, ma, anche se per la caccia gli uccelli utilizzano la vista, questi sono stati evitati a causa dei rumori troppo intensi. Si potrebbe dire che gli animali abitano maggiormente luoghi dove il rumore ambientale, anche se sono suono naturali, non è elevato.

Abitudini dei pipistrelli

Inoltre, è stato fatto un altro test con dei dispositivi meccanici svolazzanti dotati di altoparlanti per attivare l’ecolocalizzazione animale, ad esempio dei pipistrelli. Ciò che n’è scaturito è che nella specie dei pipistrelli, che possono sia spigolare (raccogliere un po’ tutto quello che si trova, per intenderci) che cacciare analizzando prima la preda da lontano, la percentuale di questi due comportamenti è variata in modo differente all’aumentare del volume, il primo diminuivo sempre di più, mentre il secondo aumentava.

Questi studi innovativi su come variano le abitudini degli animali apre un mondo alla ricerca nel settore e ci fa capire quanto poco ancora sappiamo di ciò che ci circonda.


Articoli di riferimento:

As ‘phantom rivers’ roar, birds and bats change their hunting habits – https://www.sciencenews.org/article/phantom-river-natural-noise-birds-bats-hunting-habits-ecosystems

D.G.E. Gomes et al. Phantom rivers filter birds and bats by acoustic nicheNature Communications. Doi: 10.1038/s41467-021-22390-y

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