Giovanni Falcone, la sua lotta contro la mafia

Giovanni Falcone nasce a Palermo il 18 maggio 1939.

Falcone iniziò la sua lotta contro la mafia, quando il 25 settembre 1979, il giudice Cesare Terranova, fu vittima di un attentato.

Il suo primo caso, assegnatogli da Rocco Chinnici, riguardava Rosario Spatola, un imprenditore e mafioso italiano, che prendeva in considerazione anche la criminalità statunitense.

Questa prima esperienza, gli fa avvertire che per combattere la criminalità, era necessario avviare indagini patrimoniali e bancarie, ma soprattutto la necessità di una ricostruzione di un quadro complessivo, che metteva in collegamento i deversi casi.

Il 29 luglio 1983, Chinnici, capo del team di magistrati a cui faceva parte Falcone, Barrile e Paolo Borsellino, venne ucciso insieme alla sua scorta.

Si costituisce così, la poi dopo chiamata, ”pool antimafia”.

Insieme a Falcone, anche i giudici Di Lello e Guarnotta, e il magistrato Paolo Borsellino, avevano condotto l’inchiesta sull’omicidio del capitano del corpo dei Carabinieri Emanuele Basile, morto nel 1980.

L’interrogatorio tenutosi nel 1984, del ”pentito’ mafioso Tommaso Buscetta, permette di conoscere determinati fatti di mafia e più specificamente sulla struttura dell’organizzazione ”Casa nostra”, che hanno assunto nel progetto antimafia, un’importanza immane.

Nel 1985 due stretti collaboratori di Borsellino e Falcone, vengono uccisi e si comincia a temere della salute dei due magistrati, i quali vengono, per motivi di sicurezza, trasferiti insieme alle famiglie, presso il carcere dell’Asinara.

Nel 1988, Falcone, in collaborazione con Rudolph Giuliani, realizzò un’altra grande impresa contro la malavita, colpendo le famiglie dei Gambino e degli Inzerillo, coinvolte nel traffico di eroina.

Nel 1990 viene nominato procuratore aggiunto presso la Procura della Repubblica di Palermo.

Nel 1991 viene istituita la Direzione nazionale antimafia.

Il 23 maggio del 1992, alle 17:56, cinquecento chili di tritolo, fanno esplodere l’auto su cio viaggiava Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e la sua scorta, Antonio Montinaro, Rocco Di Cillo e Vito Schifani.

Nemmeno due mesi dopo, venne ucciso da un’autobomba Paolo Borsellino.

Falcone fu un personaggio da molti odiato e discusso, ma fu tenace ed efficiente. Giovanni Falcone rappresenta una di quelle persone che non andrebbero mai dimenticate. 

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