Le larve che mangiano la plastica, un’importante scoperta

La plastica rappresenta il problema principale, se si parla dell’impatto umano sull’ambiente, questo perché ci impiega secoli prima di degradarsi completamente.

Come si è scoperto che mangiano la plastica?

Fatto alquanto fortuito è stato quello del team di ricerca dell’Università di Cambridge guidato dalla biologa Federica Bertocchi. La biologa a seguito della conclusione di altri esperimenti, ha lasciato alcune comuni larve all’interno di un sacchetto di plastica, per poi ritrovarlo poco dopo pieno di buchi. Il team si è messo immediatamente a lavoro per analizzare il fenomeno, scoprendo che le larve sono in grado di mangiare e degradare il polietilene.

Ponendo cento larve per appena una quarantina di minuti all’interno di una busta, è stato possibile osservare che la busta presentava già le prime larve e dopo 12 ore erano spariti ben 92 milligrami di plastica. Dalle analisi è stato dimostrato che il processo di digestione delle larve stava degradando la plastica tramite la rottura del legame chimico del polietilene per convertirlo in glicole etilenico, un composto organico usato nella produzione di polietilene che si biodegrada in poche settimane.

Un tasso di degradazione, quello delle tarme della cera, che i ricercatori ritengono essere molto rapido: altri metodi per degradare il polietilene, come l’utilizzo di sostanze corrosive come l’acido nitrico o di alcuni batteri, impiegano mesi per decomporre il materiale.

Che siano questi piccoli animali ad aiutarci in questa battaglia non è una certezza, ma ci danno una forte speranza.

Inerente a quanto scritto in questo articolo, recentemene è stato inventato un simile polimero che è in grado di degradarsi alla luce del sole, di seguito il link: Una nuova plastica che alla luce si “degrada”

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