Dai laboratori della DARPA, non escono solo armi e robot dall’aspetto inquietante, ma anche dispositivi per uso civile destinati a migliorare la vita delle persone. L’ultimo arrivato è LUKE, un braccio artificiale di ultima generazione che potrebbe cambiare la vita alle persone che hanno gli arti amputati.
Come si muove il braccio artificiale?
Spalla, gomito e dita della mano sono controllate da sei micromotori indipendenti posti all’interno della mano che consentono di portare a termine gesti complessi.
Per tutti coloro che non possono usare il meccanismo di feedback basato sugli elettrodi, ci sarà un sistema di controllo separato che permetterà di comandare il braccio attraverso i movimenti del piede.
La protesi può essere controllata con speciali dispositivi: si tratta di speciali sensori che intercettano la corrente generata dalle contrazioni delle fasce muscolari rimaste sul moncone dell’arto amputato. Questo consente a LUKE di spostare una valigia ma anche di prendere delicatamente tra le dita un uovo oppure oggetti molti piccoli, o di poter versare dell’acqua in un bicchiere senza rovesciarla.
La messa a punto di LUKE ha richiesto oltre 10 anni di lavoro e la sperimentazione ha coinvolto oltre 100 volontari per un totale di circa 10.000 ore di test.
Per maggiori informazioni è possibile visitare il sito ufficiale: LUKE Arm