Quella dei panda da molto tempo è considerata una specie in via d’estinzione. Partiamo dal dire che ad oggi si contano quasi solamente 600 esemplari tenuti in cattività e 1264 liberi, anche se negli ultimi anni stanno aumentando.
Quindi la domanda è: Qual è il motivo del rischio estinzione?
AGGIORNAMENTO 9 LUGLIO 2021: È stato dichiarato ufficialmente che i panda sono fuori rischio estinzione. Cerchiamo comunque di capire come sia possibile che siano arrivati quasi ad estinguersi.
Alimentazione dei panda
Iniziamo col dire che il panda è un animale carnivoro, quindi si dovrebbe cibare solo di carne, quando invece si nutre di piante, in particolare di bambù, perché? Questo animale non possiede un apparato digerente in grado di smaltire le piante (per esempio una mucca, che si ciba solo di erba, nei suoi quattro stomaci contiene molti batteri ed enzimi che digeriscono le materie vegetali), in quanto possiedono uno stomaco molto piccolo, adatto alla digestione di proteine della carne.
Per di più il bambù non possiede tutti i nutrienti necessari di cui un panda ha bisogno per vivere. Per aggiungere alla loro dieta tutti i nutrienti dei quali necessitano, si devono cibare con vari tipi di bambù che crescono in periodi dell’anno diversi ed ad altitudini diverse.
Questi animali, per saziarsi, mangiano dai 12 ai 38 chili di bambù (circa 1/4 del loro peso) ma riescono a digerirne solo il 17%.
Poiché mangiano così tanto anche la necessità di espellere questo cibo si fa sentire e difatti necessitano di defecare dalle 50 alle 100 volte al giorno. Considerato che il panda non riesce a digerire il bambù lo espelle sotto forma di feci ovali composte principalmente da materia non digerita.

I problemi della riproduzione
Il panda per effettuare un rapporto sessuale necessita di stare eretto su due zampe, ma le gambe non riescono a reggere il peso, per cui, per favorire il continuo della specie, la specie viene allenata invogliandola a rimanere in piedi mediante l’utilizzo di cibo o altro.
Le femmine vanno in calore soltanto una volta all’anno per un periodo di tempo di circa sette giorni, ma ciò viene reso ancora più difficile dal fatto che risultano essere fertili per solo 24 ore e può avere un parto una volta ogni due anni.
Una volta che l’ovulo è stato fecondato, la futura madre ha un estremo bisogno di calcio, e quindi l’ovulo viene messo in “pausa” fino a Luglio, quando riesce a procurarsi il calcio, e dopo un periodo di gravidanza durato dai 3 ai 5 mesi, il cucciolo nasce. Altro problema che si presenta è che i cuccioli di panda nascono ciechi, sordi e privi di pelo. Essendo privi di pelo, non sono in grado di regolare la temperatura corporea e quindi rischiano di morire per veramente poco.
Il cucciolo necessita di essere nutrito circa ogni due ore e non sono in grado di espellere escrementi, devono quindi essere aiutati.
Nel caso ne dovesse nascere più di uno, la madre ne sceglie uno e abbandona l’altro lasciandolo morire.
Problema del disboscamento
Uno dei maggiori problemi relativi alla loro estinzione è il disboscamento, ebbene sì, la loro vita era già fin troppo semplice. Andando ad estirpare il suo habitat naturale, si riducono i luoghi dove possono vivere ed accoppiarsi, inoltre li esponiamo alla possibilità di essere catturati ed uccisi dai bracconieri, gli rendiamo impossibile la sopravvivenza.
La bracconeria, per quanto possa essere una cosa crudele, è tutt’ora attiva e le sue conseguenze implicano il rischio dell’estinzione di anche molte altre specie, non solo quella dei panda.
Se vuoi salvare i panda contribuisci alla piantagione di alberi, nel link di seguito puoi fare delle piccole donazioni utili al fine. Puoi anche partecipare alla campagna del WWF contro il disboscamento e il bracconaggio adottando un panda attraverso il link qui sotto.
Pianta un albero: https://www.treedom.net/it/
Adotta un Panda: https://sostieni.wwf.it/adotta-un-panda.html?utm_source=web&utm_medium=link&utm_campaign=Adozioni
Referenze:
- Barbascura X (canale YouTube): https://youtu.be/waapP8AIi-Q
- WWF: i Panda
- BioPianeta: Il Panda è ufficialmente a rischio
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