La tecnologia negli ultimi anni sembra essere sempre più proiettata verso scenari da film futuristico. Una delle più recenti invenzioni è la pelle artificiale realizzata per i robot. Questo brevetto è quello che si avvicina di più alla replicazione della sensazione che il dolore è in grado di fare percepire. Logicamente, non siamo ancora al punto da uguagliare le due reazioni, ma quello che questo prototipo è in grado di fare è reagire in maniera istantanea a pressione o a temperature calde o fredde.
Questo progetto si presenta in modo molto interessante soprattutto per uno scenario attuale e di grosso impiego come le protesi. Riuscire a replicare la percezione della pressione o di caldo o freddo al tatto per chi l’ha perso è assolutamente un’idea di grande utilità.
Detto ciò…
Da cosa è fatta la pelle artificiale?
Partiamo dal suddividere il progetto in tre diverse tecnologie:
- Elettronica estensibile;
- Rivestimenti termo-reattivi;
- Celle di memoria elettroniche.
L’elettronica estensibile è realizzata con materiali di ossido con silicone biocompatibile per fornire elettronica trasparente con caratteristiche di potenzialmente indistruttibile e facilmente indossabile essendo sottile come un adesivo.

I rivestimenti termo-reattivi sono dei rivestimenti automodificanti dalla dimensione 1.000 volte più sottile di un capello umano. La particolarità sta nell’essere stati realizzati con un materiale che si trasforma in risposta al calore.
Le celle di memoria elettronica servono ad immagazzinare informazioni e reperirle facilmente quando necessario. Quello che cerca di realizzare questa tecnologia è una replicazione di quello che il cervello è in grado di fare mediante la memoria a lungo termine.
Come funziona?
La particolarità di questo progetto è proprio quella di creare un sistema di collegamenti fitti che cerca di replicare la struttura nascosta dalla sensazione del dolore che non si limita alla pelle, ma che coinvolge percorsi ben più complessi come quelli neurali e recettori fino al cervello.
Intervento interessante è quello del ricercatore Ataur Rahman che ha voluto specificare che ciascuna cella di memoria dei prototipi attivano i vari meccanismi di simulazione del dolore non appena raggiunta una soglia prestabilita di calore, dolore o pressione.
“Abbiamo essenzialmente realizzato i primi somatosensori elettronici, andando a replicare le caratteristiche chiave del complesso sistema del corpo di neuroni, percorsi neurali e recettori che guidano la nostra percezione degli stimoli sensoriali” – Ataur Rahman
“Mentre alcune tecnologie già realizzate hanno utilizzato segnali elettrici per imitare diversi livelli di dolore, questi nuovi dispositivi possono reagire a pressione meccanica, temperatura e dolore reali e fornire la giusta risposta elettronica. Significa che la nostra pelle artificiale conosce la differenza tra toccare delicatamente uno spillo con il dito o pugnalarsi accidentalmente con esso, una distinzione fondamentale che non è mai stata raggiunta prima elettronicamente” – Ataur Rahman
Articoli di riferimento:
Nuova pelle artificiale reagisce al dolore come pelle vera – notiziescientifiche.it
Scientists Invent Artificial Skin That Can Feel Pain – futurism.com
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