Come si fa a stabilire se un pianeta può essere considerato abitabile o inospitale verso le formi di vita?
Con i mezzi a noi attualmente disponibili non ci è permesso di potere stabilire con precisione quali siano le condizioni affinché un pianeta sia realmente abitabile. Questo avviene perché, avendo alla base solo le forme di vita della Terra, basiamo la nostra ricerca applicando le condizioni terrestri e delle caratteristiche generali ricavate su dei dati sul Sistema Solare.
Chiariamo, questo non significa fare ricerca in modo insensato, perché sappiamo con certezza che la base carbonio (base delle forme di vita a noi note) è quella che permette una maggiore stabilità tra i vari elementi della tavola periodica.
Usando questi dati è possibile stabilire l’abitabilità planetaria, cominciando dallo studio delle stelle. L’abitabilità planetaria è la capacità di un corpo celeste di sviluppare e accogliere la vita.
Come logico che sia, le caratteristiche del sistema planetario di riferimento rappresentano la prima analisi intuitiva per la scoperta e formazione della vita.
Cos’è la classe spettrale?
Studiando le stelle, uno dei fattori più importanti è la Classe Spettrale, che indica la temperatura della fotosfera (superficie apparente dell’astro).
La classe spettrale di una stella viene assegnata a partire dalla sua temperatura superficiale, stimata mediante la legge di Wien (permette di individuare per quale valore di lunghezza d’onda è massima l’emissione radiativa di un oggetto ideale di massa generica posto a una certa temperatura) in base alla sua emissione luminosa.
Perché è importante studiare questo aspetto? Le stelle con un valore della temperature tra i 4000 K a più di 7000 K (il Sole è della classe spettrale G2V, temperatura superficiale di 5.778 K) presentano una caratteristica fondamentale per la vita; bruciano per miliardi di anni.
Cosa si intende con metallicità elevata?
Questo aspetto è uno dei più interessanti, tant’è vero che le stelle, certamente ricche di elio ed idrogeno, sono composte da una varietà di metalli. Secondo la teoria di formazione dei sistemi planetari, in funzione alle nebulose solari, la ridotta quantità di metalli nella stella diminuisce notevolmente la probabilità di formazione di pianeti nell’orbita. Per tale ragione, se si dovesse venire a formare un pianeta in tali condizioni, essendo povero di metalli, è altrettanto probabile che la vita abbia difficoltà a svilupparsi.
Che influenza ha l’orbità e rotazione di un pianeta?
Altro aspetto importante per lo sviluppo della vita è che il pianeta presenti un’orbita e una rotazione stabile. Maggiore sarà l’eccentricità orbitale e più significativi saranno i cambiamenti di temperatura lungo il percorso orbitale. Nonostante gli organismi viventi siano in grado di adattarsi, le variazioni troppo significative di temperatura non sono per niente favorevoli al formarsi della vita.
I criteri di formazione della vita non sono solo questi, ma i citati permettono di riassumere questo argomento molto vasto e, allo stesso tempo, spiegare al meglio le chiavi fondamentali.
Con un universo in continua espansione è impossibile negare l’esistenza di altre forme vitali. Bisogna però ricordare che anche la nostra esistenza è risultato di un’elevata fortuna a seguito della coesistenza di tantissime variabili che si sono presentate contemporaneamente.
Un video molto interessante, mostra la grandezza di diversi corpi celesti a confronto: Universe Size Comparison 3D
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