Percuotendo un bicchiere è possibile notare come esso produca una nota unica per timbro, altezza e intensità. Quindi, proprio come la nostra voce, un bicchiere può produrre onde sonore legate alla dimensione e alla forma dello stesso.
Perché la voce riesce a rompere un bicchiere?
Non che sia semplice, ma quando riusciamo ad ottenere la stessa identica onda sonora del bicchiere, e riusciamo a mantenerla stabile per un buon periodo con intensità, si genera un effetto risonanza che mette il bicchiere in vibrazione fino a rottura.
Molti, durante la fase di pratica, utilizzano un cannuccia posta all’interno del bicchiere. Questo serve ad osservare visivamente se ci si sta avvicinando o meno alla nota da dovere mantenere per andare in risonanza; con la risonanza, anche se per breve, la cannuccia si muove.
La difficoltà principale sta nel fatto che la voce umana è imprecisa, e quindi difficilmente riesce a mantenere una nota perfettamente costante. L’altro problema principale è proprio riuscire a mantenere questa nota per un periodo di tempo non necessariamente troppo lungo, ma nemmeno troppo breve.
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